Froedrich A. von Hayek e i suoi studenti durante una lezione alla London School of Economics (1948)

Froedrich A. von Hayek e i suoi studenti durante una lezione alla London School of Economics (1948)

Che le nostre azioni producano sistematicamente conseguenze ininintezionali è ciò su cui Friedrich A. von Hayek ha con insistenza richiamato la nostra attenzione. La sua è una teoria che ha un estesissimo campo di applicazione. Lo si può vedere nella stessa vita di Hayek, marcatamente segnata da esiti non programmati. Vale la pena soffermarsi sul trasferimento dello studioso austriaco a Londra, che è uno degli eventi cruciali della sua vicenda umana e culturale. Hayek sposa nel 1926 Hella Fritsch e nel 1927 diviene direttore del neonato Österreichisches Institut für Konjunturforschung, fondato da Ludwig von Mises.

Il 1929 è l’anno in cui consegue la libera docenza presso l’Università di Vienna e in cui, utilizzando materiali raccolti durante un suo soggiorno di studio negli Stati Uniti, pubblica il saggio dedicato a Il paradosso del risparmio. Nulla lascia prevedere quel che di lì a poco succederà. D’altronde, l’esperienza americana di qualche anno prima aveva deluso le attese di Hayek. Nel solco di Mises (ma anche di Boehm-Bawerk), egli stava lavorando sulla teoria austriaca del ciclo economico. E questa portava in grembo una straordinaria fecondità, sconosciuta agli economisti americani dell’epoca.

Il seminario che Mises teneva alla Camera di Commercio di Vienna aveva attirato l’attenzione di tanti giovani studiosi, provenienti da vari paesi europei ed extraeuropei. Come ha ricordato François Perroux, quei giovani economisti erano «attirati» da ciò che Mises aveva pubblicato e «trattenuti dalle sue lezioni». Anche Lionel Robbins era stato a Vienna. E aveva compreso l’importanza di ciò che lì si stava elaborando. Il saggio hayekiano su Il paradosso del risparmio è incentrato sulla confutazione della teoria che imputa le crisi economiche al sottoconsumo: una vecchia teoria, riesumata negli Stati Uniti da Waddill Catchings e William Trufant Foster.

L’obiettivo di Hayek era semplicemente teorico. Ma Robbins si è subito reso conto che in quel lavoro ci sono tutti gli strumenti per fronteggiare quel che Keynes andava già affermando, soprattutto in alcune contrad dittorie e infelici pagine del Tract on Monetary Reform. Di qui l’invito rivolto ad Hayek di tenere una serie di lezioni a Londra. Alla London School of Economics and Political Science, Hayek terrà quattro lezioni. E ciò cambierà il corso della sua vita. Come ha ricordato Robbins, «le lezioni ebbero allora un effetto sensazionale, in parte perché esse hanno rivelato un aspetto della teoria monetaria classica che per molti anni era stata dimenticata, in parte perché hanno sviluppato modelli elementari della struttura capitalistica, finalizzati a mostrare l’influenza sulla produzione e sui prezzi relativi dei mutamenti nelle proporzioni di spesa assegnata rispettivamente al consumo e all’investimento.

Le lezioni sono state al tempo stesso difficili ed eccitanti e hanno prodotto una tale impressione di conoscenza e di creatività analitica che, quando con mia grande sorpresa Beveridge ci ha chiesto se avessimo voluto invitare Hayek a unirsi a noi in via permanente […], il voto è stato unanime». Non c’è qui lo spazio per riferire dello scontro con Keynes e Cambridge e di alcuni “colpi bassi”che, con assai scarso senso dell’onestà intellettuale, sono stati inferti ad Hayek in quel primo periodo della sua vita in Inghilterra.

Ma si può ricordare il grande spirito di accoglienza di Sir Arnold Plant, che ha aiutato il giovane studioso austriaco a migliorare il suo inglese. E bisogna soprattutto rammentare che, con il suo arrivo a Londra, Hayek è stato in grado di vedere che la teoria delle conseguenze inintenzionali (delle azioni umane intenzionali) affondava le proprie radici nei moralisti scozzesi, soprattutto nell’opera di Hume e Smith. Il che era quanto Menger non aveva saputo cogliere. Londra ha cambiato la vita di Hayek e ha reso possibile coniugare la tradizione austriaca con quella scozzese. E ciò costituisce tuttora il più fecondo paradigma di cui le scienze sociali possano disporre.

Tratto da Liber@mente